Eccoci alla seconda parte di "indietro o in testa?", il superquizzone sul "cosa fare se". La parte #1 trattava la situazione tipica: ho saputo che qualcuno si è ben avvantaggiato dei consigli ivi espressi...(complimenti Paul!). Qui ribaltiamo la frittata e vediamo cosa succede e cosa si può fare se...
Indietro o in testa? – parte 2
"Il soggetto in questione è la situazione di “inaspettato vantaggio”. Immaginate di giocare contro un avversario molto più forte di voi che, per qualche strana ragione, sta tirando delle pessime freccette o che stiate giocando la partita della vostra vita e vi troviate nettamente in vantaggio. Nella maggior parte dei casi, succede qualcosa di abbastanza strano: il giocatore più debole, che in quel momento si trova in testa, inizia ad innervosirsi e spesso butta via la partita che stava vincendo.
Che cosa è successo? Ognuno va a giocare pensando già a come sarà il match. Ed è giusto, è importante essere preparati a ciò che avverrà nei prossimi minuti. Se si gioca contro un avversario forte ci si aspetta di perdere e questo normalmente, o solitamente, succede. Eppure qualche volta le cose sono più semplici di come le aspettavamo e, in questi frangenti, ne restiamo talmente sorpresi che, naturalmente, iniziamo a pensare: “Wow, che sta succedendo? Sono in testa! Posso vincere io! LO DEVO FARE, SUBITO!!” Quindi, con quest’atteggiamento - “devo farlo; adesso o mai più” – e pensandola così, ci si mette sotto pressione da soli. Mettendoci sotto pressione, sopraggiungerà anche la tensione. Sappiamo tutti che la tensione è un cattivo stato d’animo, e normalmente riconosciamo questa sensazione. L’effetto subdolo del trovarsi in testa inaspettatamente è questo: sei talmente contento e sorpreso del fatto di poter vincere, che non noti il salire della tensione, ed è esattamente questa la ragione per cui così tanti giocatori poi falliscono.
La soluzione è: aspettatevi l’inaspettato. Ricordatevi sempre, prima di una partita, che le cose possono essere più semplici di come sembrano. Io ho imparato questo a mie spese. Stavo giocando nel World Master a Londra, ed ero contro John Lowe. La situazione mi era abbastanza chiara; mi eliminerà in un attimo. Ma ciò che successe fu che John stava giocando male, ma molto male; 45, 41 e così via. Mi sono ritrovato con 200 punti di vantaggio al primo leg! Ho tirato nove (!) frecce al doppio e non sono riuscito a chiudere. Inutile dire che ero confuso, e la partita è finita in un semplice 2-0 2-0 per John. Se solo avessi saputo di questo fenomeno quella volta…fu una delle prime situazioni in cui iniziai a notare quanto sia importante l’aspetto mentale della gara (sigh!).
Specialmente i giocatori con poca esperienza, vanno in confusione in queste situazioni. Normalmente giocano meglio quando sono indietro che quando si trovano in testa, proprio perché un giocatore con poca esperienza è più abituato a stare in svantaggio. Basta guardare qualche giovane talento in un torneo; sono sicuro che ve ne accorgerete. Infine ricordatevi questo: non curatevi molto del nome di un giocatore. Ora so che anche John Lowe qualche volta gioca come John Smith…"
Ovviamente il John Smith degli inglesi corrisponde al Sig. Mario Rossi per noi.
Quando ho letto e tradotto questo pezzo mi è venuta in mente una situazione che io stesso avevo vissuto: inaspettatamente in vantaggio di due a zero con la possibilità di chiudere il terzo leg. Ho perso come un pollo, quale peraltro sono, rischiando a volte di colpire l'arbitro...ho rischiato la denuncia per lesioni personali! La ragione mi aveva abbandonato e le frecce sembravano impazzite mentre si piantavano ovunque, anche fuori bersaglio! Quando mi sono reso conto che potevo vincere ho perso completamente il controllo della situazione proprio perché, e questo l'ho capito dopo, è cambiato radicalmente il mio stato d'animo. All'inizio ero tranquillo e praticamente certo di perdere. Giocavo sì come meglio potevo, ma senza particolari aspettative, in modo rilassato e cercando di divertirmi: ricordo che l'avversario era partito con un paio di 100 e io gli avevo detto, chiaramente scherzando, che lo trovavo piuttosto noioso...Poi, improvvisamente, tutto è cambiato nel momento stesso in cui ho visto la possibilità di vincere. Sono diventato teso, nervoso, aggressivo. Avevo fretta di chiudere la partita per paura di poterla in qualche modo perdere: una cosa senza senso anche perché nel frattempo anche il mio avversario era sotto pressione, ma lui stava veramente rischiando di perdere! Bah! Sarebbe bastato giocare l'ultimo leg come avevo giocato i primi due...Pazienza! Mi è servito di lezione.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che seguono il blog e, soprattutto, ringrazio il nontro amico TDT per questi articoli: secondo me sono esperienze impagabili. Sono tutti piccoli pezzi di quel grande puzzle che è il gioco delle freccette. Se avete anche voi qualche pezzo non esitate a metterlo qui. Ogni esperienza personale è sempre benvenuta e può servire a completare il puzzle. Se ci aiutiamo a vicenda è meglio per tutti noi e, magari, riusciremo in futuro a portare a casa qualche risultato in più.
Se vedemo bbelli!
zliim
Ovviamente il John Smith degli inglesi corrisponde al Sig. Mario Rossi per noi.
Quando ho letto e tradotto questo pezzo mi è venuta in mente una situazione che io stesso avevo vissuto: inaspettatamente in vantaggio di due a zero con la possibilità di chiudere il terzo leg. Ho perso come un pollo, quale peraltro sono, rischiando a volte di colpire l'arbitro...ho rischiato la denuncia per lesioni personali! La ragione mi aveva abbandonato e le frecce sembravano impazzite mentre si piantavano ovunque, anche fuori bersaglio! Quando mi sono reso conto che potevo vincere ho perso completamente il controllo della situazione proprio perché, e questo l'ho capito dopo, è cambiato radicalmente il mio stato d'animo. All'inizio ero tranquillo e praticamente certo di perdere. Giocavo sì come meglio potevo, ma senza particolari aspettative, in modo rilassato e cercando di divertirmi: ricordo che l'avversario era partito con un paio di 100 e io gli avevo detto, chiaramente scherzando, che lo trovavo piuttosto noioso...Poi, improvvisamente, tutto è cambiato nel momento stesso in cui ho visto la possibilità di vincere. Sono diventato teso, nervoso, aggressivo. Avevo fretta di chiudere la partita per paura di poterla in qualche modo perdere: una cosa senza senso anche perché nel frattempo anche il mio avversario era sotto pressione, ma lui stava veramente rischiando di perdere! Bah! Sarebbe bastato giocare l'ultimo leg come avevo giocato i primi due...Pazienza! Mi è servito di lezione.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che seguono il blog e, soprattutto, ringrazio il nontro amico TDT per questi articoli: secondo me sono esperienze impagabili. Sono tutti piccoli pezzi di quel grande puzzle che è il gioco delle freccette. Se avete anche voi qualche pezzo non esitate a metterlo qui. Ogni esperienza personale è sempre benvenuta e può servire a completare il puzzle. Se ci aiutiamo a vicenda è meglio per tutti noi e, magari, riusciremo in futuro a portare a casa qualche risultato in più.
Se vedemo bbelli!
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