Il blog del dart club ragtime

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Ragtime Pub & Dart Club

martedì 11 dicembre 2007

Come fanno i Professionisti

Pubblico parte di un interessante articolo che ho trovato su internet e poi tradotto ad uso e consumo personale. Ovviamente si parla di freccette...

"Si devono considerare due aspetti per diventare un buon giocatore: essi sono la precisione e la strategia. Precisione è l'abilità nel colpire un determinato bersaglio. Strategia è prendere le giuste decisioni al fine di scegliere a quale bersaglio tirare. In ogni partita a feccette, la precisione rappresenta il 90% delle possibilità di vincere, il restante 10% è strategia. Chi colpisce buona parte dei tripli cui tira è, di solito, il vincitore; ma se l'avversario riesce a tenere il passo, sarà la strategia a fare la differenza. Come sappiamo tutti, i momenti di incertezza durante lo svolgimento del match sono causa di distrazione e quindi di imprecisione. Avere una migliore strategia di gioco può certamente aiutare in questi frangenti e sicuramente incrementa la prestazione in due modi: il primo è la fiducia nei propri mezzi che porta la maggiore conoscenza del gioco. Vedere il mio avversario incerto sulle chiusure o affidarsi al sistema dello "shanghai" (triplo-doppio per chiudere) mi tranquillizza e stimola allo stesso tempo: so che se la gara si risolverà con la strategia, io lo batterò. La seconda è il ritmo. Ho notato che i giocatori tirano bene quando hanno stabilito un ritmo alle loro freccette. La cosa che comunemente spezza il ritmo dei giocatori, è la mancanza di strategia: è molto difficile mantenersi costanti quando ci si deve fermare a fare i conti a metà del tiro. Una delle scuse più comuni nelle freccette è questa: “Sono arrivato al doppio, ma non sono riuscito a chiudere”. Spesso la ragione di questo è che all’inizio di un leg, un giocatore non si concentra sul punteggio, sta solo cercando di scalare punti, ma quando arriva vicino alla chiusura si deve fermare ad ogni freccetta per decidere dove tirare la successiva. Un esempio: un giocatore si trova a 92 punti e sta andando in pedana con tre freccette nella sua mano. Sa che la chiusura è T20 e D16. Tira la prima freccetta e colpisce il 20 singolo, si ferma a sottrarre 20 da 92 e quindi inizia a pensare a dove tirare la prossima. Il giocatore sapeva dove tirare se colpiva il triplo ma non se colpiva il singolo. Il trucco è fare i conti prima di andare in pedana. Facendo questo il giocatore sa che se colpisce il triplo 20 andrà al doppio 16, se colpisce il 20 singolo andrà al triplo 16 (o qualunque triplo preferisce per una chiusura da 72 con due frecce, ci sono diverse possibilità) e quindi al doppio 12. Un giocatore competitivo si prepara anche all’evenienza di colpire un 16 singolo con la seconda freccetta. Gli resterebbero 56 punti e potrebbe scegliere di tirare un altro triplo o singolo 16. Per riassumere direbbe a se stesso: “Vado al T20 con la prima freccetta, se lo colpisco vado al D16, se lo manco vado al T16, se con la seconda freccetta lo colpisco, vado al D12, se lo manco torno al T16”. Questo può sembrare complicato, ma con un po’ di pratica diventa più facile, e rimarrete sorpresi di quanto giocherete meglio. Notate che questa strategia non richiede di memorizzare ogni chiusura del bersaglio, ma solo di fare i conti prima di andare in pedana. (continua...)"

Questo è un primo stralcio di un articolo ben più lungo; c'è anche la lista di tutte le chiusure con le debite spiegazioni...
Che ne pensate? Se vi interessa, se volete spiegazioni, approfondire il discorso chiusure o quant'altro postate, postate, postate. Ci ho delle belle dritte...

Bye!
zliim

4 commenti:

  1. ottimo spunto zliim!
    concordo a pieno ciò che hai scritto.
    Volevo solo precisare un aspetto fondamentale (secondo me) del gioco:
    - quando si va in pedana non bisogna mai avere paura di sbagliare un tiro o di prendere un singolo anzichè il doppio, questo permette di mantenere una maggior tranquillita al momento del tiro.
    - sopratutto non bisogna mai arrabbiarsi con un tiro sbagliato, l'errore è umano!

    forse ce vedemo stasera...!

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  2. Ottima osservazione Jumbo. Ma il concetto non è basato sulla paura di sbagliare quanto sul fatto che CAPITA di sbagliare. Quindi vado in pedana per colpire QUEL TRIPLO (i doppi si devono prendere e basta), ma con la sicurezza in più di sapere subito cosa fare in caso di errore. Questo ti permette di mantenere inalterato il livello di concentrazione e di non spezzare il ritmo del tiro: è quasi come aver già tirato prima di andare in pedana...
    Questo, secondo me, dà molta più tranquillità e fiducia perché non mi troverò quasi mai di fronte a una situazione inaspettata. Ovviamente non bisogna partire, come dici tu, con la paura di sbagliare, altrimenti l'errore diventa la realtà!
    Il discorso parte da una consideazione, dalla costatazione del fatto che anche un buon giocatore difficilmente supera il 25-30% di successi quando tira ai tripli. Questo significa che nella maggior parte delle situazioni ci si trova a fare i conti per rimediare all'errore...
    Mettiti alla prova: tira 100 frecce in tutto a tripli diversi, quelli più usati in chiusura, e segna un punto per ognuno che ne colpisci. Avrai immediatamente la percentuale dei tripli che prendi...famme sapé se superi quella de sopra...!

    Ciao! zliim

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  3. Sono d'accordo con Zliim, la strategia nel gioco delle feccette è importante, ti può sicuramente aiutare ad arrivare al doppio prima del tuo avversario e questo è fondamentale visto che è lo scopo del gioco. Non bisogna avere paura di cambiare modo di pensare, all'inizio può sembrare che questo ti complichi la vita ma poi ti accorgi che invece le cose si semplificano. Il segreto non sta nell'imparare a memoria le chiusure ma nel capire come funziona il bersaglio. La parte più difficile è trovare il coraggio di cambiare il modo di pensare, dire: "io ho sempre fatto così ed ha sempre funzionato" significa avere poche possibilità di migliorare le proprie prestazioni, significa rimanere inchiodati lì e dover faticare più del necessario per fare un passettino in avanti . E' chiaro che non si tratta di una formula magica, non si diventa campioni soltanto facendo i conti prima di andare in pedana, si tratta soltanto di un "aiutino" che comunque non guasta mai. Fare i conti prima di andare in pedana significa sapere sempre dove ci si trova e, cosa ancora più importante, sapere dove dobbiamo andare per andare dove dobbiamo andare, è come avere sempre il Tom Tom a portata di mano. Fare i conti prima di andare in pedana non è una poesia da imparare a memoria ma un "modus cogitandi". ??? Scusate ma non riesco a fare un discorso serio senza dire qualche stronzata! Io sto cercando di imparare a pensare così, faccio ancora degli errori madornali ma mi sto applicando perchè credo che questo sistema funzioni soprattutto per uno come me che difetta "UN POCHINO" in precisione. Questo modo di ragionare mi piace a tal punto che sto iniziando ad usarlo anche nella vita di tutti i giorni, infatti non prendo mai un doppio Laphroaig se prima non ho preso un triplo Paulaner. Buona birra a tutti!!!

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  4. Bella sliim, posta-posta, casomai mandami un e-mail........
    Ci interessa........

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