sabato 24 novembre 2007
sabato 17 novembre 2007
All Blacks!
...ovvero l'importanza di essere una squadra.
L'avventura comincia bene. Forse perché sono abbastanza pronti. Forse perché tutti (o quasi...) hanno imparato a perdere. Forse perché a furia di rompergli i maroni con le mie teorie qualcuno ha iniziato a fare alcune cose diversamente, cioè a pensare che forse non basta tirare frecce per anni per migliorare...
La prima cosa che gli ho fatto capire è che devono sì misurarsi tra loro, ma non essere rivali; l'amicizia prima di tutto.
La seconda, dopo anni di anarchia, è stata quella di ragionare puntigliosamente su cosa fare, per arrivare a sintetizzare una forma, un metodo condivisibile su cui fondare il proprio sviluppo di gioco. Abbiamo fatto innumerevoli volte le 5 (cinque...) di mattina, soprattutto con Peppe, parlando esclusivamente freccette.
La terza è una citazione di Pino: la perfezione non esiste, possiamo provare solo ad avvicinarla con dedizione e tanto allenamento.
Che avere le idee chiare dia sicurezza è fuori di ogni dubbio. Ma non basta. Perché si può fare sempre di più e meglio. E un continuo cercare, indagare, anche dentro se stessi.
Per questo è importante lo scambio reciproco: abbiamo imparato a osservarci tra di noi, ci avvantaggiamo dei pareri e dei consigli perché ognuno di noi vuole che il proprio compagno diventi più forte.
Detto questo, non importa come andrà il campionato, sia per gli All Blacks che per gli "Highlanders" del Ragtime. Siamo un bel gruppo. Sono contentissimo di quello che vedo e il resto ha poca importanza. I presupposti per una buona stagione ci sono tutti.
Oggi non posto niente di tecnico perché sono valide le domande del post precedente...e perché se non frega niente a voi di discutere e cercare di capire, figurateve che mme frega a me! I manuali si possono leggere, ma capire...è un'altra cosa!
Un salutone ai lettori.
A Pando, Ale (Super...), Nello, Ricky, Prof, Roby, Peppone, Cinzia, Ceska, Barbara, Mirchetto, Capitan Miky, Picchio, Daniè, Lele el tranviere, Giampa, Quercetto, l'On., Simò e Jampy un abbraccio circolare e grazie! A quel GATTO GONFIO del Taja, detto "saccoccetta", sospendo il saluto finché non vedo quelle cose che lui sà...
Bye!
zliim
L'avventura comincia bene. Forse perché sono abbastanza pronti. Forse perché tutti (o quasi...) hanno imparato a perdere. Forse perché a furia di rompergli i maroni con le mie teorie qualcuno ha iniziato a fare alcune cose diversamente, cioè a pensare che forse non basta tirare frecce per anni per migliorare...
La prima cosa che gli ho fatto capire è che devono sì misurarsi tra loro, ma non essere rivali; l'amicizia prima di tutto.
La seconda, dopo anni di anarchia, è stata quella di ragionare puntigliosamente su cosa fare, per arrivare a sintetizzare una forma, un metodo condivisibile su cui fondare il proprio sviluppo di gioco. Abbiamo fatto innumerevoli volte le 5 (cinque...) di mattina, soprattutto con Peppe, parlando esclusivamente freccette.
La terza è una citazione di Pino: la perfezione non esiste, possiamo provare solo ad avvicinarla con dedizione e tanto allenamento.
Che avere le idee chiare dia sicurezza è fuori di ogni dubbio. Ma non basta. Perché si può fare sempre di più e meglio. E un continuo cercare, indagare, anche dentro se stessi.
Per questo è importante lo scambio reciproco: abbiamo imparato a osservarci tra di noi, ci avvantaggiamo dei pareri e dei consigli perché ognuno di noi vuole che il proprio compagno diventi più forte.
Detto questo, non importa come andrà il campionato, sia per gli All Blacks che per gli "Highlanders" del Ragtime. Siamo un bel gruppo. Sono contentissimo di quello che vedo e il resto ha poca importanza. I presupposti per una buona stagione ci sono tutti.
Oggi non posto niente di tecnico perché sono valide le domande del post precedente...e perché se non frega niente a voi di discutere e cercare di capire, figurateve che mme frega a me! I manuali si possono leggere, ma capire...è un'altra cosa!
Un salutone ai lettori.
A Pando, Ale (Super...), Nello, Ricky, Prof, Roby, Peppone, Cinzia, Ceska, Barbara, Mirchetto, Capitan Miky, Picchio, Daniè, Lele el tranviere, Giampa, Quercetto, l'On., Simò e Jampy un abbraccio circolare e grazie! A quel GATTO GONFIO del Taja, detto "saccoccetta", sospendo il saluto finché non vedo quelle cose che lui sà...
Bye!
zliim
lunedì 12 novembre 2007
Pino insegna...a Bologna!
Copio e incollo dal sito della FIGF:
AVVISO AI TESSERATI
NELL' AREA SOCI E' DISPONIBILE IL "MANUALE TECNICO "DI FRECCETTE REDATTO DAl SIG. PINO QUINTIERI.
SABATO 24/11/07,DALLE ORE 17.00 PRESSO IL PALACAVICCHI IL SIG. QUINTIERI SARA' A DISPOSIZIONE DEI SOCI INTERESSATI PER APPROFONDIMENTI E DIMOSTRAZIONI.
Questa è sicuramente una buona notizia per tutti gli appassionati. Finalmente qualcosa (qualcuno...) si muove!
Dal canto mio ho già letto il suo Manuale, che mi ha gentilmente inviato qualche tempo fa, e l'ho trovato molto interessante per vari motivi. Non ho pubblicato niente qui perché spetta a Pino autorizzarmi o meno. Quindi ho avuto tempo di leggerlo bene e confrontarlo con il "mio" che, come qualcuno sà, è preso e tradotto da varie fonti.
Il buon Pino, da uomo concreto e di poche parole qual'è, ha stilato un'ottima sintesi fornendo le indicazioni di base per progredire nel gioco; fondamenti della tecnica, allenamento, conoscenza del bersaglio...ma, secondo me, ha un pò tralasciato l'aspetto mentale, sfiorando l'argomento a più riprese senza scendere nei particolari. Sono convinto che l'ha fatto volutamente proprio per non correre il rischio di essere frainteso. Affrontare l'argomento "psicologico" può rivelarsi un'arma a doppio taglio proprio perché ognuno di noi ha il suo carattere e i suoi meccanismi mentali; la medicina non può essere uguale per tutti.
C'è da dire che la disponibilità di Pino, in uno sport in cui fin'ora non esistevano "maestri", apre sicuramente nuove prospettive. Quando ho iniziato io era difficile reperire le giuste "dritte": mi basavo sull'osservazione, cercando di capire. Una lunga strada, tortuosa e incerta...
D'ora in poi, per i principianti e per chi vuole capire, le cose si mettono meglio, almeno dalle mie parti. Eliminare a priori gli errori tecnici permette sicuramente di avere basi più solide. Poi il resto si fà con l'allenamento (molto...) e l'esperienza in pedana. Ma questo può non bastare: si può essere perfetti tecnicamente e non riuscire a vincere le partite decisive...qui entra in gioco la testa!
Per questo vorrei sapere:
- Quanto conta per voi l'aspetto mentale rispetto a quello tecnico?
- Si può guadagnare sicurezza con l'allenamento o è necessario un'attegiamento specifico per la gara?
- E' meglio l'uovo oggi o la gallina domani?
- Quanti giri fà 'na freccia?
- Cos'ho bevuto ieri dalle 14,30 alle 4 di mattina?
In palio ricchi premi e cotillons...(alla fine mi parte sempre il cazzeggio!)
Un salutone a Pino e a tutti quanti!
zliim
AVVISO AI TESSERATI
NELL' AREA SOCI E' DISPONIBILE IL "MANUALE TECNICO "DI FRECCETTE REDATTO DAl SIG. PINO QUINTIERI.
SABATO 24/11/07,DALLE ORE 17.00 PRESSO IL PALACAVICCHI IL SIG. QUINTIERI SARA' A DISPOSIZIONE DEI SOCI INTERESSATI PER APPROFONDIMENTI E DIMOSTRAZIONI.
Questa è sicuramente una buona notizia per tutti gli appassionati. Finalmente qualcosa (qualcuno...) si muove!
Dal canto mio ho già letto il suo Manuale, che mi ha gentilmente inviato qualche tempo fa, e l'ho trovato molto interessante per vari motivi. Non ho pubblicato niente qui perché spetta a Pino autorizzarmi o meno. Quindi ho avuto tempo di leggerlo bene e confrontarlo con il "mio" che, come qualcuno sà, è preso e tradotto da varie fonti.
Il buon Pino, da uomo concreto e di poche parole qual'è, ha stilato un'ottima sintesi fornendo le indicazioni di base per progredire nel gioco; fondamenti della tecnica, allenamento, conoscenza del bersaglio...ma, secondo me, ha un pò tralasciato l'aspetto mentale, sfiorando l'argomento a più riprese senza scendere nei particolari. Sono convinto che l'ha fatto volutamente proprio per non correre il rischio di essere frainteso. Affrontare l'argomento "psicologico" può rivelarsi un'arma a doppio taglio proprio perché ognuno di noi ha il suo carattere e i suoi meccanismi mentali; la medicina non può essere uguale per tutti.
C'è da dire che la disponibilità di Pino, in uno sport in cui fin'ora non esistevano "maestri", apre sicuramente nuove prospettive. Quando ho iniziato io era difficile reperire le giuste "dritte": mi basavo sull'osservazione, cercando di capire. Una lunga strada, tortuosa e incerta...
D'ora in poi, per i principianti e per chi vuole capire, le cose si mettono meglio, almeno dalle mie parti. Eliminare a priori gli errori tecnici permette sicuramente di avere basi più solide. Poi il resto si fà con l'allenamento (molto...) e l'esperienza in pedana. Ma questo può non bastare: si può essere perfetti tecnicamente e non riuscire a vincere le partite decisive...qui entra in gioco la testa!
Per questo vorrei sapere:
- Quanto conta per voi l'aspetto mentale rispetto a quello tecnico?
- Si può guadagnare sicurezza con l'allenamento o è necessario un'attegiamento specifico per la gara?
- E' meglio l'uovo oggi o la gallina domani?
- Quanti giri fà 'na freccia?
- Cos'ho bevuto ieri dalle 14,30 alle 4 di mattina?
In palio ricchi premi e cotillons...(alla fine mi parte sempre il cazzeggio!)
Un salutone a Pino e a tutti quanti!
zliim
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