IL BISCOTTO L'UOMO NERO E LA FEDE

Ciao a tutti, quest'anno non ho scritto neanche un post ed ora ne scrivo uno che non centra nulla con le freccette, ma stanotte mi gira così. Si tratta comunque di un "gioco" che qualcuno si ostina a definire ancora sport, voglio precisare che non faccio il tifo per nessuna squadra di calcio. Prima che l'arbitro fischi la fine della partita mi rinnegherete tre volte. Deve essere stata questa la profezia che la maglia della Lazio ha pronunciato ai propri "tifosi" prima della partita Lazio-Inter disputata la sera del 2 Maggio. Durante l'incontro i giocatori di casa si sono trasformati in pasticceri ed hanno confezionato un bel biscotto per i cugini Romanisti. Fin quì niente di straordinario, un comportamento antisportivo ma il calcio ci ha abituato a questo genere di spettacoli. Quello che più ha sconcertato i non addetti ai lavori come me, è stato il comportamento degli spettatori sugli spalti: facevano tutti il tifo per gli ospiti, anche coloro che agitavano le sciarpe con la scritta FORZA LAZIO. La colpa potrebbe essere del fatto che, giocando di sera, i colori appaiono tutti più scuri, così il biancoceleste veniva percepito, da cervelli poco allenati ad espletare anche le funzioni più elementari, come neroazzurro. Quando la Lazio si rendeva pericolosa in attacco o il portiere Muslera si esibiva in una bella parata, i "tifosi" di casa la "sostenevano" con fischi ed insulti, quando l'Inter segnava, tutto lo stadio applaudiva ed esultava. Forse è stato soltanto un gesto di solidarietà verso il giocatore Interista Mario Balotelli, il quale dopo aver gettato a terra la maglia durante la partita con il Barcellona è stato accusato di vilipendio alla bandiera Interista, di non avere una fede neroazzurra e per poco non veniva linciato dai suoi stessi tifosi. I giornali specializzati hanno criticato molto i giocatori per il brutto spettacolo visto in campo ma si sono quasi dimenticati degli infedeli tifosi, qualcuno ha scritto "sconfitti eppure contenti", chissà cosa ne pensano gli azionisti della S.S. Lazio SpA. Forse la spiegazione sta nel fatto che oggi la fede in generale sta vivendo un momento di crisi nera e quella calcistica non fa eccezione. Il motivo in realtà e molto più semplice, tutto questo schifo di spettacolo è stato messo in piedi per evitare che la Roma possa vincere lo scudetto, l'odio verso i parenti serpenti vince sull'amore per la propria squadra, e lo chiamano sport questo calcio senza onore nè campioni, io lo definirei un'azienda piena di presidenti furbetti, mercenari milionari e tifosi cerebroles(s)i. I presidenti comprano squadre di calcio per fare soldi, riciclare quelli incassati in modo poco onesto o per spalmare i debiti grazie a decreti legge fatti ad hoc da politici compiacenti ed anche loro presidenti di una qualche squadra di calcio, oppure quotando in borsa la cocietà. I mercenari guadagnano tanti quattrini per dare un calcio ad un pallone, fare pubblicità o per fare i capricci. I cerebroles(s)i spendono i soldi della cassa integrazione per la pay tv, per comprare azioni della propria squadra, scommettere sui risultati o per il biglietto che li arruolerà alla guerra che si svolge dentro e fuori gli stadi-arene e qualche volta ci lasciano anche la pelle. I poliziotti, ogni volta che c'è in programma una partita di calcio, prendono armi ed armature e vanno pure loro in guerra o meglio in missione di pace, come si usa dire oggi, per evitare che i cerebroles(s)i si ammazzino tra di loro e qualche volta ci lasciano la pelle anche loro. Sui giornalisti ed opinionisti televisivi non dico nulla per evitare di scadere nel volgare. Ci sono poi tutti gli altri, quelli cioè che, pur essendo disinteressati al calcio, ne subiscono i costi e la violenza. Questo calcio è il nostro sport nazionale ma si sa, ognuno ha ciò che si merita. Buona birra e buone frecce a tutti dal redivivo Peppelaner.